Se non ci fossero freni adeguati non esisterebbe la velocità… questo concetto è alla base della filosofia di Brembo Spa, eccellenza Made in Italy e sinonimo di freni in tutto il mondo.
Tutto comincia quando nel 1961, in una cascina di Sombreno, frazione del comune di Paladina (BG), Emilio Bombassei – padre dell’attuale presidente Alberto Bombassei – e lo zio Italo Breda avviano un’officina a carattere familiare che inizialmente si chiama OMS (Officina Meccanica Sombreno) e dà lavoro a una decina di operai.
La produzione dei freni a disco
Nel 1964 la Brembo comincia la produzione di freni a disco, che fino ad allora erano importati dall’Inghilterra. Pirelli e Alfa Romeo ne diventano subito clienti. Nel 1972 vengono realizzate le pinze frenanti per Moto Guzzi e tre anni dopo la Scuderia Ferrari affida a Brembo la realizzazione dei freni per le Rosse di Formula 1.
A partire dagli anni 80, l’azienda punta su tecnologia e innovazione. Le più importanti case automobilistiche e motociclistiche scelgono gli impianti frenanti dell’azienda bergamasca, vincendo centinaia di campionati del mondo. Nello stesso periodo, Brembo decide di entrare anche nel segmento dei freni a disco per veicoli industriali e diventa fornitore strategico per Iveco, Renault Veicoli Industriali e Mercedes.
Acquisizioni e globalizzazione
Dal 1995 Brembo è quotata in Borsa a Milano. Con il passaggio del testimone ad Alberto Bombassei e ai figli Luca e Cristina, l’azienda diventa un Gruppo globale espandendosi attraverso una serie di acquisizioni in Italia e all’estero. Tra queste, la brasiliana Alfa Real Minas, l’Italiana Sabelt Spa, l’inglese AP Racing Limited e il 70% della società Marchesini. Infine, grazie alla collaborazione con la cinese Yuejin Motor Group, Brembo dà vita alla Nanjing Yuejin Automotive Brake System, per la produzione di sistemi frenanti per auto e veicoli commerciali.
Sempre in Cina, nel giugno 2018 viene inaugurato un nuovo stabilimento Nanchino, con un investimento di 100 milioni di euro e l’obiettivo per produrre due milioni di pezzi. In precedenza l’azienda ha aperto un altro stabilimento in Messico, a Monterrey, a poche centinaia di chilometri dal confine con il Texas. Alla fine del 2019 Brembo è presente in 14 Paesi. Certificata QS9000 e ISO 9001, oltre a produrre sistemi frenanti possiede anche le fabbriche per la lavorazione delle materie prime, per controllare internamente ogni passo del processo, dalla raffinazione della materia prima alla distribuzione del prodotto finito, compresa la prototipazione, il montaggio dei componenti e il collaudo.
Quando innovazione fa rima con design
“Se non fosse un freno sarebbe una scultura degna di qualunque museo d’arte moderna”: con questa motivazione, nel 2004, Brembo si aggiudica il prestigioso Compasso d’Oro, per l’impianto frenante in carbonio ceramico per vetture da strada. Per la prima volta questo premio viene assegnato a un’azienda di componenti ma non sarà l’ultima: nel 2020, infatti, Brembo se lo aggiudica nuovamente per le pinze frenanti ideate per le monoposto del Campionato di Formula E.
Il suo quartier generale ha sede a Stezzano ed è stata la prima società ad insediarsi nel Kilometro Rosso, uno dei principali distretti europei dell’innovazione, con laboratori e centri di ricerca progettati dall’Atelier Jean Nouvel.
Presidente emerito è Alberto Bombassei, che ha ricoperto prestigiosi incarichi in Confindustria, è stato deputato ed è Cavaliere del lavoro. Con 11.000 dipendenti, e 2,7 miliardi circa di fatturato, oggi Brembo detiene la leadership mondiale per gli impianti frenanti. Da circa tre anni, il Ceo è Daniele Schillaci, approdato in azienda dopo un’esperienza di oltre 25 anni nel settore automotive.
Complimenti a chi frenando porta l’Italia alla massima velocità nel mondo!
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