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Made in Italy
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Marinella – Made in Italy

Cravatte dalle arance: l’innovazione di E. Marinella, nel segno dell’ecologia

Dalla seta a un nuovo tessuto prodotto con gli scarti delle arance, mantenendo la stessa qualità e lo stesso approccio artigianale che hanno reso il brand famoso in tutto il mondo. Ecco come E. Marinella coniuga innovazione e tradizione.

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Chissà che cosa direbbe Totò, storico cliente di E. Marinella, e che proprio nel negozio sul lungomare teneva lezioni di nodo per i papillon, se sapesse di cravatte realizzate con un nuovo tessuto, prodotto con gli scarti delle arance?

Eugenio Marinella da Napoli all’Inghilterra e ritorno

Eppure, è proprio quello che sta succedendo allo storico marchio Made In Italy fondato a Napoli nel lontano 1914 da Eugenio Marinella, che iniziò a realizzare camicie e cravatte di altissima qualità servendosi di sete stampate a mano in Inghilterra. Non a caso Matilde Serao scrisse che la boutique era “un piccolo angolo d’Inghilterra a Napoli” e, proprio seguendo quest’idea, il fondatore viaggiò oltremanica per importare brand iconici per l’epoca come Aquascutum per gli impermeabili, Floris e Penhaligon’s per i profumi, Brics per gli ombrelli, J&W Dawson per le scarpe e Lock per i cappelli. Il sarto si rivolgeva inizialmente a cavalieri e amazzoni tra gli aristocratici locali, attirati anche dalla vicinanza del percorso equestre.

Clientela di prestigio e riconoscimenti internazionali

Presto, le più grandi personalità tra politici e frequentatori del jet set divennero la clientela abituale di Marinella: da Marcello Mastroianni a Gianni Agnelli, da Aristotele Onassis a Silvio Berlusconi solo per fare alcuni nomi.

Nel 2017, al MoMA di New York, all’interno della mostra Items: Is Fashion Modern? dedicata ai prodotti più rappresentativi del mondo della moda fecero la loro apparizione anche quattro cravatte firmate da Marinella. Nel 2022, il brand napoletano è stato inoltre protagonista di un docufilm “Una finestra che guarda il mare”, girato dall’attore Massimiliano Gallo e trasmesso su Sky Arte.

Orange fiber: l’innovazione arriva dagli agrumi

Ma torniamo alle arance. L’idea del tessuto Orange Fiber nasce nel 2013 da una startup creata per iniziativa di Enrica Arena e Adriana Santonocito all’interno di un acceleratore di Startup voluto da TIM. L’idea era quella di conciliare due settori di eccellenza per il Made in Italy – l’agroalimentare e la moda – in un contesto virtuoso di economia circolare. Ci vollero però otto anni perché Orange fiber da prodotto di laboratorio diventasse il risultato di una produzione industriale. Nel 2021 l’accordo con Marinella: dopo un fund raising iniziato nel 2019, in cui investe anche il General Manager Alessandro Marinella, viene lanciata una prima collezione di cravatte in questo innovativo tessuto, che va esaurita nel giro di ventiquattr’ore. Anche i leader del G20 riunitisi in ottobre a Roma ricevono in omaggio una cravatta in tessuto d’arancia e il brand decide di continuare a investire su questa innovativa fibra.

A latere va detto che in Italia l’industria di trasformazione degli agrumi produce ogni anno circa 110-120 milioni di tonnellate di scarti (una percentuale che varia dal 40 al 60% dell’agrume viene infatti eliminata), con i relativi costi di gestione e smaltimento. Attraverso un innovativo processo estrattivo, si ricava dagli scarti dell’agrume una cellulosa di alta qualità adatta alla trasformazione in filato e in ultimo in tessuto. “Guardare al futuro senza dimenticare le nostre radiciha detto Maurizio Marinella  – è fondamentale per noi. Da più di 100 anni, l’azienda Marinella ha dedicato il suo impegno alla produzione sartoriale, celebrando la tradizione artigianale italiana. Ogni nostro prodotto è il frutto di una passione tramandata nel tempo, che si fonde con uno sguardo rivolto al futuro e questa collaborazione con Orange Fiber ne è l’esempio…”.

Complimenti a chi nel rispetto della tradizione, innova e porta l’Italia nel mondo!

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