Quando si dice andare lontano… Sapete che le viti Brugola, nel 1969, sono andate niente meno che sulla luna con l’Apollo 11?
Inoltre, un’auto su quattro, in tutto il mondo, ha nel motore viti “made in Brianza”. Davvero difficile dire quanta strada possano aver fatto!
La seconda generazione: un umanista prestato all’industria
Le Officine Egidio Brugola nascono nel lontano 1926 a Lissone. Inizialmente, l’azienda produce bulloneria – rondelle e viti a esagono incassato – ma il suo successo si deve alla specializzazione in “viti critiche” per i motori delle auto. Questo tipo di vite esisteva già negli Stati Uniti ma fu Egidio Brugola a produrle per primo in serie in Italia, riuscendo altresì a brevettare il nome e a farlo coincidere con quello del produttore. Purtroppo, Egidio muore giovane, a soli sessant’anni, quando il figlio Giannantonio è solo sedicenne. Sarà la moglie, Emmy Spezia, a tenere le redini dell’azienda fino a quando Giannantonio, a ventidue anni, prenderà definitivamente il posto del padre. “Umanista prestato al mondo dell’industria”, come amava definirsi, Giannantonio fece sì che le Officine Egidio Brugola diventassero le prime produttrici di “viti brugola” in Europa, a cui affiancò le Fasteners, particolari viti utilizzate prima per le macchine utensili e in seguito nel settore automotive.
La crescita e la crisi
Presto l’azienda stringe accordi con le principali case automobilistiche: Volkswagen, Renault, Ford e tra il 1996 e il 2006 vive un’importante fase di crescita, tanto che nel 2006 apre un nuovo Polo logistico proprietario a Detroit e registra una produzione di quasi sette milioni di viti al giorno in ottocento modelli diversi. La crisi del 2008, però, non la lascia indenne e per fare fronte alle difficoltà conseguenti al sensibile calo del fatturato il Fondo Italiano d’Investimento entra nel capitale con una quota del 15% mentre altri partner come il gruppo Fontana e il Gruppo Agrati acquisiscono un ulteriore 15%.
Di nuovo in famiglia
Gianantonio Brugola muore all’età di settantatré anni. Alla dirigenza gli succede il figlio Jody, classe 1979, che riesce a realizzare il grande sogno del padre: riportare tutta la proprietà dell’azienda in famiglia, riacquisendo le quote che di minoranza di proprietà dei nuovi azionisti. E pensare che il suo sogno era fare l’attore. E invece nel 2018 a 38 anni era già il più giovane Commendatore al Merito della Repubblica Italiana.
“Il riacquisto è strategico per Oeb perché il gruppo sta attraversando una fase di crescita costante” dice il direttore finanziario Alessandro Galbarini in un’intervista a Il giorno “Si prevede un significativo aumento della capacità produttiva e della redditività, sia per l’anno in corso sia per il 2025. Prevediamo un incremento dei volumi del 15% rispetto al 2023, con un ulteriore +10% già previsto per il 2025. Continueremo a investire come abbiamo fatto negli scorsi anni, per crescere e avere maggiori capacità di produzione”.
Eccellenza Made in Italy
Oggi Jody Brugola, che porta lo stesso nome del nonno (Egidio Stefano Giovanni) è Presidente dell’impero OEB Brugola, eccellenza Made in Italy e leader mondiale nella produzione di “viti critiche difetto zero” per automotive. A Lissone (MB) si contano ben cinque sedi produttive insieme a un polo logistico, una sede a Plymouth negli Usa, in Michigan, inaugurata nel 2015 e undici centri logistici dislocati in tutto il mondo, per un totale di quasi 500 dipendenti (con un piano di 40 assunzioni per il 2024).
Complimenti a chi crede nell’importanza di tramandare la tradizione (d’eccellenza) di famiglia!
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