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Made in Italy
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17 Novembre 2023

Una ricerca commissionata a Teleperformance Knowledge Services conferma il Made in Italy leva di scelta degli acquisti. Ma anche un brand che va comunicato, tutelato e potenziato. 

  • Per Made in Italy si intende un’azienda italiana in cui tutto il processo produttivo si svolge interamente in Italia, identificata prevalentemente in una PMI e artigianato. Non mancano però, persone che riconoscono il valore del Made in Italy anche in aziende italiane che hanno delocalizzato la produzione fuori dal paese.
  • Il Made in Italy è riconosciuto e apprezzato più all’estero che in Italia, i settori distintivi sono quello del Food e del Fashion, che sono anche quelli per cui gli italiani sono disposti a spendere di più. Un prezzo maggiore significa un prodotto con una qualità superiore, ma soprattutto supportare l’economia italiana.
  • Made in Italy è il tocco distintivo apportato dalla creatività ed estrosità italiana. Punta di merito è la cura nella scelta delle materie prime, l’attenzione per ogni dettaglio: dal processo produttivo al prodotto finito.
  • Per sostenere il Made in Italy, la politica deve snellire la burocrazia e attuare misure per limitare i danni economici e reputazionali del fenomeno crescente della contraffazione. La creazione del Liceo e della Giornata Nazionale del Made in Italy trovano un tiepido riscontro tra gli italiani.

Qual è la percezione del brand Made in Italy?

Lo fotografa una ricerca di Teleperformance Knowledge Services commissionata da Made in Italy, progetto rivolto alla valorizzazione delle eccellenza italiane, su un campione di 2.000 italiani tra i 18 e 65 anni, rappresentativo della popolazione per genere e area geografica. Ne emerge che il valore del brand Made in Italy è sempre più riconosciuto e che gli italiani sono disposti a pagare il 20% in più per avere prodotti autentici e di qualità.

È la fase del processo produttivo a connotare il Made in Italy, con l’85% degli intervistati che afferma che il prodotto deve essere creato da un’azienda italiana in cui tutto il processo produttivo si svolge in Italia. I meno intransigenti, pari al 14% degli intervistati, ritiene invece che è considerato Made in Italy anche il prodotto di un’azienda italiana che produce seguendo i valori del Made in Italy, indipendentemente dal luogo di produzione.
Indagando sulle dimensioni dell’azienda, sono le piccole e medie imprese e l’artigianato a essere identificate per il 75% come caratteristiche del Made in Italy, contro il 25% delle grandi imprese. Una convinzione che tende a diminuire nei più giovani, se consideriamo che mentre l’84% della fascia 56-65 anni ha indicato PMI e artigiani come rappresentativi del Made in Italy, in quella tra i 18 e 24 anni, la percentuale scende al 62.
Per il 54% degli intervistati, il valore del brand Made in Italy è più riconosciuto all’estero, soprattutto in Nord America (53%) e in Asia ed Europa (entrambe 22%). In Veneto la percentuale di chi ha indicato “estero” sale al 64%, mentre guardando all’età sono i 56-65enni a considerarlo un valore per lo più percepito “fuori casa” (59%). Food e Fashion sono i settori in cui, per i nostri connazionali, il Made in Italy è considerato più forte all’estero con rispettivamente l’81% e il 78% (il campione poteva esprimere fino a 3 preferenze).
Il Food (78%) e il Fashion (69%) dominano anche la classifica dei settori maggiormente associati al Made in Italy nello stivale, segue con un importante distacco il Turismo e Cultura con il 39%. Il 43% dei nostri concittadini ritiene importante che i prodotti acquistati siano Made in Italy. Indagando su quali caratteristiche suggellano l’italianità, al primo posto troviamo un valore intangibile con il 18% che ha indicato l’identità culturale e il legame con il territorio (mentre solo il 6% lo considera uno status symbol), segue l’attenzione alle materie prime per il 16% e la creatività ed originalità per il 14%. Margini di miglioramento per i temi legati alla sostenibilità ambientale del processo produttivo (4%) e del rispetto dei lavoratori lungo tutto il processo produttivo (3%).

I portabandiera del brand Made in Italy

Per ogni settore la ricerca ha rivelato la classifica dei marchi o personaggi che gli italiani considerano alfieri del Made in Italy.
Nel settore Fashion con il 53% si conferma re della moda Giorgio Armani seguito da Valentino, Gucci, Dolce&Gabbana e Versace, che si attestano attorno al 20%.
Sempre marchi iconici anche per la categoria Pelletteria con Gucci che in questo settore guadagna il primo posto con il 13%, seguono Prada con il 10% e Tod’s con il 9%.
Per il settore Food, il 29% degli intervistati ha indicato Barilla, seguito da Parmigiano Reggiano/Grana Padano (25%), Ferrero con Nutella (16%) e il Prosciutto di Parma (10%). La Pizza al quinto posto con il 6%.
La Ferrari guida la classifica Auto con il 61% dove troviamo Fiat al secondo posto (52%), Lamborghini (24%) AlfaRomeo (17%) e Ducati (13).   

La qualità vince sul prezzo

Gli italiani intervistati hanno dichiarato di essere disponibili a spendere mediamente fino al 20% in più per i prodotti Made in Italy, riconoscendo il valore della qualità (36%), esclusività e innovazione (30%) ma, ancora prima, per contribuire all’economia nazionale (38%). La preferenza al prodotto italiano, anche se con prezzo più alto, riguarda soprattutto il settore Food&Beverage (56%), il Fashion (39%) e la Pelletteria (26%). 
Quando la scelta non ricade su un prodotto Made in Italy, per il 45% la causa è prevalentemente legata al budget personale o al gap di prezzo con prodotti simili (36%); ma emerge anche un sentimento di sfiducia rispetto alla reale autenticità del prodotto da parte del 36%.

La globalizzazione e le politiche a sostegno del Made in Italy

Otto intervistati su diecipensano che i prodotti Made in Italy siano abbastanza competitivi a livello globale per vincere la crescente concorrenza del resto del mondo. 
Gli italiani si dimostrano così meno intransigenti sulla delocalizzazione e il 30% ritiene che spostare le sedi produttive in paesi con un costo più basso abbia reso il prodotto Made in Italy più concorrenziale rispetto al resto del mondo.  Per il 23%, invece, la globalizzazione ha consentito al Made in Italy di entrare in nuovi segmenti di mercato.
Chi ritiene la globalizzazione uno svantaggio teme la diminuzione della qualità dovuta alla corsa al ribasso dei costi (30%), la perdita dell’italianità della filiera (11%) e della esclusività del prodotto (6%).
La ricerca ha indagato sull’opinione che gli italiani hanno sul ruolo della politica per sostenere il brand nazionale: maggiori incentivi economici e una riduzione della burocrazia trova d’accordo il 30% degli intervistati; mentre il 27% pone attenzione alla minaccia della contraffazione chiedendo alla politica misure e interventi per contrastare il fenomeno. Il 23% demanda alla comunicazione, auspicando una maggiore promozione delle eccellenze italiane. 
Non si ritiene invece una carta vincente la creazione del Liceo del Made in Italy a cui si dichiara favorevole il 27% degli intervistati che confida in una maggiore connessione scuola e industria (29%) e in un aumento di competenze specifiche sul Made in Italy (22%). Il Liceo Made in Italy potrebbe invece avere un’influenza positiva sul rafforzamento dell’identità nazionale per l’11%. Nonostante anche la proposta della Giornata Nazionale del Made in Italy abbia trovato favorevole solo il 28% degli italiani intervistati, il 31% ammette che potrebbe essere utile per diffondere la cultura e tradizione italiana o favorire la collaborazione tra istituzioni e impresa (30%).

“L’indagine conferma che il Made in Italy è uno stile affermato in tutto il mondo e al quale, nonostante una crescente concorrenza con cui ci si confronta sul piano del costo o della imitazione, non vogliamo rinunciare, consapevoli del suo valore in termini di qualità e creatività. Ma è anche un prodotto da tutelare, facendo squadra tra mondo imprenditoriale e istituzioni e investendo in comunicazione, formazione delle competenze e supporto al percorso di sostenibilità, soprattutto delle PMI. Con il progetto Made in Italy, le iniziative che stiamo portando avanti e il roadshow che sta attraversando l’Italia intendiamo proprio dare il nostro contributo al racconto dell’eccellenza dell’imprenditoria italiana da parte dei suoi protagonisti, coinvolgendo le istituzioni, a livello governativo e locale, per favorire una più proficua collaborazione.” Commenta Roberto Santori, founder di Made in Italy

“La nostra ricerca conferma  che “Made in Italy”  è marchio che per gli intervistati significa qualità, attenzione ai dettagli, esclusività, innovazione, ma soprattutto generazione di valore per l’economia nazionale, alla quale partecipare indirettamente con i propri acquisti. La ricerca rivela nel complesso una sensibilità degli italiani al tema del Made in Italy, che emerge come valore da comunicare, potenziare, difendere.” Commenta Gabriele Albani, CEO di Teleperformance Knowledge Services

Metodologia della ricerca. Le interviste al campione di 2.000 italiani tra i 18 e 65 anni sono state realizzate con metodologia CAWI (interviste online) e si sono svolte tra l’11 e il 18 settembre 2023

Teleperformance Knowledge Services è la società di ricerche di mercato, analisi dati e consulenza di Teleperformance. Con più di 30 anni di storia, fornisce dati ed analisi alle principali aziende italiane, distinguendosi per la capacità di attivare competenze multidisciplinari per aiutare i committenti ad avere successo nel proprio business.

Made in Italy  è un progetto nato nel 2021 dall’idea di Roberto Santori, imprenditore ed esperto di formazione e consulenza aziendale, incentrato sull’eccellenza italiana. Made in Italy si articola in una community per condividere storie di successo e innovazione delle imprese italiane in Italia e all’estero, eventi con le Istituzioni e progetti per la formazione di nuove competenze imprenditoriali.

Con l’obiettivo di favorire la relazione tra imprenditori e Sistema Paese, il progetto ha nel suo programma anche eventi e seminari tematici per un confronto e scambio di idee tra esperti, professionisti e rappresentanti istituzionali dei diversi settori. Linkedin; Instagram

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Manuela Roccato: manuela.roccato@rock.communications.it // T. 335 6417846