Una storia lunga settecento anni, un’azienda di famiglia da ventisei generazioni: anche per questo Piero Antinori, presidente onorario di Marchesi Antinori, tra i marchi di vino più apprezzati e famosi nel mondo, si considera non tanto un titolare d’azienda quanto piuttosto un custode, il cui compito è quello di lasciare l’azienda alle generazioni successive più forte e più florida di come l’ha trovata.
La storia di Antinori inizia infatti nel lontanissimo 1385, quando Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell’Arte Fiorentina dei Vinattieri.
Le antiche radici dell’azienda e l’attenzione alla tradizione sono naturalmente molto importanti, ma non hanno mai rappresentato un freno all’innovazione. La cantina, infatti, non hai smesso di evolversi, sia attraverso la messa a frutto di nuove aree vocate alla produzione di vini di qualità, sia attraverso una continua sperimentazione, a livello di selezioni di uve autoctone, di diversi tempi di fermentazione, di nuove tecniche di vinificazione e molto altro.
Il Tignanello: uno splendido cinquantenne
Proprio quest’anno compie cinquant’anni il Tignanello, un simbolo della moderna enologia italiana che porta la firma di Piero Antinori. Uscito sul mercato nel 1974, nasce in realtà alla fine degli anni ’60 quando Piero Antinori cercava una strada per uscire dalla crisi che tutto il settore del vino in Toscana stava vivendo. Grazie all’aiuto dell’enologo francese Emile Peynaud, professore presso l’università di Bordeaux, Antinori studiò un vino del tutto nuovo, andando oltre le regole del disciplinare del Chianti. Il risultato fu un vino contraddittorio: sulla carta un “vino da tavola”, in realtà più costoso degli altri e di qualità superiore, tanto da essere considerato il capostipite dei “Supertuscan”.
Grandi vigneti crescono
Nel 1987 la famiglia Antinori diviene proprietaria degli oltre trecento ettari di vigneti che circondano la Badia a Passignano, antica abbazia medievale, rinomata per essere tra le più antiche dedicate alla produzione del Chianti Classico. Nel 1988 nasce il primo Badia di Passignano Chianti Classico Riserva, che esce sul mercato tre anni dopo.
Il 1995 è invece l’anno della Tenuta di Pian delle Vigne, 186 ettari di vigneti nei pressi di Montalcino. L’anno 2000 vede la messa in commercio del primo Brunello di Montalcino Pian delle Vigne. Nello stesso anno Solaia annata 1997, proveniente dall’omonimo vigneto attiguo a Tignanello, viene incoronato miglior vino al mondo dalla rivista Wine Spectator. È il primo vino italiano a raggiungere il primo posto della classifica dei 100 migliori vini del mondo stilata ogni anno dalla rivista.
Bolgheri e il Matarocchio
Matarocchio è un vino elegante, profondo e capace di esprimere perfettamente il terroir da cui proviene e cioè quello della Tenuta Guado al Tasso a Bolgheri, un’estensione di oltre trecento ettari coltivata a vigneto – Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot, Cabernet Franc, Pétit Verdot e Vermentino – sulla costa dell’Alta Maremma. La zona è caratterizzata da un clima mitigato dalla vicinanza del mare.
Viene prodotto per la prima volta nel 2007, dopo una vendemmia particolarmente favorevole.
Un importante riconoscimento
Oggi presidente del Gruppo, è Albiera Antinori, figlia di Piero e prima donna alla guida delle Cantine, dopo venticinque generazioni che hanno visto soltanto uomini al comando. Nel 2023 la cantina ha acquisito in California, nella Napa Valley, la cantina Stag’s Leap, firmando così la prima acquisizione in quest’area da parte di un’azienda italiana. Quest’anno, inoltre, laprestigiosa classifica di Drinks International “the Word’s most admired wine Brand 2023” ha messo per la prima volta nella storia di questa autorevole classifica una cantina Italiana sul podio, ed è proprio la fiorentina Marchesi Antinori!
Complimenti a chi da generazioni porta l’eccellenza del vino italiano nel mondo!