Le feste sono da poco terminate, ma le occasioni per brindare non finiscono mai! E quindi: Prosecco o Franciacorta per il prossimo brindisi, qualsiasi cosa vogliate festeggiare? La domanda ci permette di raccontare un’altra storia rigorosamente Made in Italy: quella del mitico Carpenè Malvolti, il primo vino al mondo a riportare sull’etichetta la dicitura “Prosecco”, nato dalla fraterna amicizia tra il visionario scienziato Antonio Carpenè e l’imprenditore Angelo Malvolti.
Uno scienziato visionario
Tutto ha inizio quando Antonio Carpenè, classe 1838, di Brugnera (PD), ricercatore, scienziato, chimico ed enologo di fama internazionale, intuisce che le colline di Conegliano e Valdobbiadene (patrimonio UNESCO dal 2019), fino ad allora coltivate a mais, sarebbero state invece perfette per il vitigno Glera.
Antonio convince allora i contadini a piantare le viti, insegnando loro le tecniche di coltivazione più innovative. Sempre economicamente sostenuto dall’amico Angelo Malvolti, che crede in lui e cofinanzia il progetto, Carpenè decide di spumantizzare i vini prodotti con le uve di Conegliano e Valdobbiadene. Scienziato dallo spirito positivista e in contatto con i grandi scienziati dell’epoca come Louis Pasteur, studia, pubblica saggi e alla fine brevetta un metodo originale per spumantizzare le uve.
Un’azienda a vocazione internazionale
Nel 1868 (ben 155 anni fa!) fonda la Società Enologica Provinciale, divenuta successivamente Casa vinicola Carpenè Malvolti e già nel 1880 inizia la produzione di spumanti con il Metodo Champenois.
Quando pochi anni dopo Angelo Malvolti lascia l’azienda, Antonio Carpenè, riconoscente all’amico per averlo finanziato, mantiene il brand con il doppio cognome. Nel 1876, insieme ad Antonio Cerletti, realizza la prima scuola di enologia in Italia, ancora oggi tra gli istituti più prestigiosi in Europa. Nel 1880 nasce il primo champagne italiano.
La vocazione internazionale dell’azienda e del prodotto si rivela subito e già verso la fine dell’Ottocento si registrano le prime esportazioni in Germania. Il nuovo mercato si rivelerà presto molto promettente, tanto che nel 1888 Antonio apre un nuovo stabilimento a Monaco di Baviera e mette a punto un sistema di inattivazione termica per evitare il processo di rifermentazione, che si verificava spesso durante il traporto, una pratica poi adottata da tutta la spumantistica italiana.
Nel 1902 il figlio Etile decide però di chiudere lo stabilimento di Monaco per potenziare le capacità dello stabilimento di Conegliano. Per vedere la scritta Prosecco riportata sull’etichetta, tuttavia, bisogna aspettare fino al 1924 e fino agli anni ’90 prima che l’azienda focalizzi nuovamente sull’esportazione le sue politiche commerciali. Oggi il 55% della produzione è destinato al mercato estero, un mercato composto da più di cinquanta Paesi in tutto il mondo con il Canada, la Svizzera, gli Stati Uniti, l’Inghilterra e il Giappone come primi mercati.
Vino o spumante? In ogni caso un grande successo
Carpenè Malvolti Spa è oggi così la più antica cantina spumantistica italiana a conduzione familiare, con alla guida dell’azienda la quinta generazione della famiglia Carpenè.
«Il Prosecco ha un nome piacevole e facile. Si tratta di un prodotto non eccessivamente alcolico, si abbina bene a un po’ tutte le pietanze e viene offerto a un prezzo molto conveniente. Forse anche troppo! Inoltre, non è mai stato vissuto come uno spumante ma piuttosto come un vino. Diciamo che ha assunto l’immagine del buon vino italiano».
Così racconta Etile Carpenè Jr a Civiltà del bere a proposito del successo di questo vino.
Etile è oggi presidente di Carpenè Malvolti, e guida l’azienda insieme alla figlia Rosanna. La sede aziendale è sempre a Conegliano e, con decine di dipendenti, ha fatturato oltre quindici milioni di euro nel 2022, producendo quasi sei milioni di bottiglie di Prosecco.
Complimenti a chi porta il Prosecco Made in Italy di qualità nel mondo!
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