Dici Torino e pensi subito Fiat, ma per la tappa di oggi del Giro d’Italia – Santena-Torino – abbiamo scelto qualcosa di decisamente più… dolce! L’arrivo del Giro si colloca infatti a poco più di 70 km da una storica fabbrica di biscotti Made in Italy: parliamo di Balocco, il cui slogan “Fate i buoni” è popolarissimo soprattutto a Natale.
Le pasticcerie a Fossano
La storia della Balocco inizia con Francesco Antonio Balocco, nato nel 1903 e figlio di un brillante droghiere, che già a 11 anni comincia l’apprendistato da pasticcere a Torino. Nel 1927 rileva una pasticceria a Fossano e, nel giro di pochi anni, ne apre una seconda nell’elegante via Roma. Ma durante la Seconda Guerra Mondiale entrambi i negozi vengono completamente distrutti e Antonio Balocco e il figlio Aldo trovano rifugio nelle Langhe.
Gli anni 50 e l’espansione della produzione
Alla fine del conflitto, con l’aiuto del figlio Aldo che a 23 anni si mette alla guida dell’attività di famiglia, le due pasticcerie e il laboratorio vengono ricostruite e la storia continua. Negli anni 50 infatti, grazie ai nuovi macchinari, alla produzione di biscotti secchi si aggiunge quella di prodotti da forno più elaborati come panettoni, pandori, colombe pasquali e wafer.
La produzione industriale e il Mandorlato
Nel 1970 la Balocco si converte definitivamente alla produzione industriale, mantenendo però alcune lavorazioni artigianali. In quegli anni nasce anche il Mandorlato Balocco, una creazione riscuote moltissimo successo in tutta Italia anche grazie ai Carosello e alle strepitose Sorelle Kessler, che Aldo sceglie personalmente come prime testimonial per lo spot del 1975.
La storia della famiglia Balocco è stata anche raccontata in un libro, pubblicato nel 2017 dallo stesso Alberto insieme ad Adriano Moraglio.
Una curiosità: dal 2010 la Balocco è Official Partner della Juventus F.C.
Una tradizione familiare che continua
Oggi Balocco continua ad avere la sua sede a Fossano e vede alla guida Alessandra Balocco, continuando così una tradizione familiare di eccellenza. L’azienda che conta centinaia di dipendenti e fattura decine di milioni di euro, ha una policy molto attenta alla qualità delle materie prime, agli standard di igiene e sicurezza e alla sostenibilità. L’azienda esporta il 10% della produzione in 67 Paesi.
Complimenti a chi fa cose buone e porta il Piemonte e l’Italia nel mondo!
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