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Made in Italy
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Pininfarina: il design sale in auto

Un nome indissolubilmente legato alla storia dell’automobile, Pininfarina ha contribuito a diffondere lo stile Made in Italy nel mondo attraverso auto caratterizzate da una bellezza senza tempo che sono diventate vere e proprie icone.

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Senza Pininfarina sicuramente la storia dell’automobile – italiana in primis ma non solo – non sarebbe la stessa. L’azienda nasce nel 1930 con il nome “Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina”, per iniziativa di Battista Farina, detto appunto Pinìn, per la somiglianza con il padre Giuseppe. Una zia della moglie di Pinin fa un prestito per avviare l’attività e l’amico Vincenzo Lancia offre immediatamente il suo supporto diventando anche uno dei primi clienti.

Lo stabilimento occupa un’estensione di circa diecimila metri quadrati e dà lavoro a 150 dipendenti. Presto vengono prodotte le prime automobili Lancia, Alfa Romeo e Fiat con carrozzeria firmata Pininfarina. La produzione si rivolge fin dall’inizio alla fascia più alta del mercato: “Vetture di lusso e di gran lusso” è uno dei primi slogan con cui l’azienda si promuove. Nel 1931 partecipa con la “Lancia Dilambda”, ammiraglia di casa Lancia, al Concorso d’Eleganza che si tiene a Villa d’Este. Nonostante la fuoriserie non divenne mai un vero successo di mercato, decretò l’inizio del mito di Pininfarina.

La forma della velocità

Pininfarina lavora soprattutto sull’aerodinamica, che definisce “la forma della velocità” e nascono nuove fuoriserie come l’Alfa Romeo 6C Pescara Coupé, la Lancia Astura cabriolet e la Lancia Aprilia Aerodinamica.

Con la Seconda Guerra Mondiale la produzione subisce un’importante battuta di arresto. Pinin cerca di riprendersi con il lancio della Lancia Aprilia Bilux; ma deve scontrarsi con l’esclusione dell’Italia dal Salone dell’Automobile di Parigi. Pinin, però, non si dà per vinto. Con l’aiuto del figlio Sergio decide di partire ugualmente per Parigi e di parcheggiare fuori dall’esposizione le sue fuoriserie, un’Alfa Romeo 6C 2500 S e una Lancia Aprilia Cabriolet. Una manovra di marketing ante litteram che creerà grande scompiglio e soprattutto grande visibilità per le sue autovetture.

L’ottava meraviglia

Da lì in poi la strada è davvero tutta in discesa. Ancora negli anni 40, Pininfarina crea uno dei suoi tanti capolavori, la Cisitalia 202, che sarà la prima automobile a varcare la soglia di un museo d’arte moderna entrando nella sua collezione permanente. E non parliamo di un museo qualsiasi, ma del prestigioso MoMA di New York, dove la vettura viene etichettata come “una delle otto meraviglie dei nostri tempi”.

La collaborazione con Ferrari

Nel 1951 si firma il sodalizio con Ferrari da cui usciranno alcune delle più belle auto sportive di sempre, per una collaborazione che ha visto nascere più di cento vetture. Verso la fine degli anni Cinquanta fu presentata la 250 GT Berlinetta, mentre è del 1968 il lancio della 365 GTB/4 Daytona al Salone di Parigi, un’auto che secondo tutti rivoluzionò il design di Ferrari. 

Pininfarina diventa così una vera celebrità. Le sue auto vengono scelte per i film di Hollywood tra cui “Sabrina” di Billy Wilder e “Il laureato” con Dustin Hoffman, ma anche film Italiani come “Il sorpasso” dove entra in scena la mitica Alfa Romeo Duetto.

Anni di successi e riconoscimenti

Negli anni 70 l’azienda perde i suoi connotati di attività artigianale per diventare una vera e propria realtà industriale, grazie anche all’apertura del nuovo stabilimento di Grugliasco e di un dipartimento Ricerca e Sviluppo altamente prestigioso. Continuano le collaborazioni in Italia e a livello internazionale, continuano i riconoscimenti, continuano i successi, uno per tutti, negli anni ’80, l’acclamata e insuperata Ferrari Testarossa. Già negli anni 60 il timone dell’azienda è passato al figlio Sergio che viene insignito nel 1991 del “Designer Lifetime Achievement Award”, che lo incorona miglior designer automobilistico del mondo.

Crisi e rinascita di un mito: Battista

La crisi dell’auto negli anni Zero non risparmia però Pininfarina che, forse anche a causa di investimenti troppo ambiziosi, deve cessare la produzione nel 2015, dopo un vertiginoso crollo delle azioni.

Nel 2018 viene però rilanciato un nuovo e ambizioso progetto per la produzione di un numero limitatissimo – solo 150! –  del primo esemplare della Automobili Pininfarina: una hypercar elettrica dal nome evocativo “Battista”, un’automobile che continua la storia del fondatore e delle sue meravigliose autovetture, nel segno dell’esclusività.