La tradizione del gelato Made in Italy vanta una storia secolare. A Roma, il gelato di Fassi è da generazioni un’istituzione per i romani e un must per gli stranieri. Le guide turistiche di mezzo mondo consigliano infatti una tappa al Palazzo del Freddo, per gustare i leggendari “Sanpietrini”, semifreddi glassati al cioccolato diventati un classico della Capitale.
Una questione di baffi
La storia imprenditoriale della Gelateria Fassi inizia nel lontano 1880 quando il capostipite Giacomo Fassi lascia Torino in cerca di fortuna. Quattro anni dopo, insieme alla moglie Giuseppina apre a Roma una piccola rivendita di ghiaccio e birra, mentre sperimenta la produzione dei sorbetti, ai tempi l’unica forma di gelato esistente.
Nel 1880 nasce anche il primogenito della famiglia, Giovanni, che nel 1900, quando Vittorio Emanuele III diviene re, diventa apprendista pasticciere e gelatiere presso la casa reale.
Nel 1903, però, un anno dopo la morte del padre Giacomo, viene emessa un’ordinanza che vieta barba e baffi al personale delle cucine, per motivi di igiene. A quel punto Giovanni, da sempre orgoglioso dei suoi baffi, sceglie di licenziarsi e tornare nella bottega con la madre e il fratello Salvatore.
Il gelato per tutti
Con la diffusione dell’energia elettrica, i Fassi si dotarono delle prime refrigeratrici elettriche di importazione tedesca. Il gelato diventa un alimento sempre più popolare e l’attività abbandona via via la rivendita di ghiaccio e birra a favore di quest’ultimo. Nel 1924, Giovanni acquista l’attuale sede nel rione Esquilino e, dopo un lavoro di restauro durato tre anni, nel 1928 viene inaugurato il Palazzo del Freddo, un quartier generale di 700 metri quadrati con laboratorio a vista.
La ricerca e la passione portano Giovanni a utilizzare il ghiaccio secco per la conservazione del gelato. Brevetta così il Tele-Gelato Giuseppina (dedicato alla moglie) ovvero il primo gelato al mondo a poter essere conservato per giorni e spedito in tutta Europa. La gelateria diventa un locale alla moda, frequentato da personaggi illustri come D’Annunzio e Trilussa.
Il valore dell’artigianalità
Verso la fine della II Guerra Mondiale, il Palazzo del Freddo viene requisito dalle truppe americane, che iniziano a produrre il gelato con il metodo industriale. Quando nel 1946 gli americani lasciano il Palazzo del Freddo, Giovanni vende i macchinari per la produzione industriale a un ex dipendente, perché vuole preservare l’artigianalità del suo gelato.
Attenzione per il sociale
Oggi la famiglia Fassi è giunta alla quinta generazione, che vede Andrea Fassi alla guida dell’azienda. Andrea, oltre ad aver trasformato la Gelateria in un marchio mondiale che fornisce gelato a 80 filiali in USA, Shangai e Corea, ha scelto di dedicare parte del suo tempo ai detenuti di Rebibbia che frequentano il progetto di orientamento al lavoro organizzato da Unindustria, con l’obiettivo di avviarli a una professione che potranno svolgere una volta scontata la pena.
Complimenti agli imprenditori che come Andrea Fassi ci mettono impegno e cuore!
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