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Made in Italy
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Naj Oleari – Made in Italy

Naj-Oleari: alle origini di uno status symbol

Caratterizzati da delicate stampe con piccoli disegni, le borse, i portafogli, gli ombrelli o i cerchietti Naj-Oleari sono stati oggetti iconici degli anni ’80 che era un must possedere.

tempo di lettura5 minuti

Chi ha vissuto l’adolescenza nei tanto celebrati anni ’80 non può non ricordarlo: una borsa, un ombrello, una cerata con un tessuto Naj-Oleari rappresentava un vero e proprio status symbol. Erano quelli gli anni d’oro dell’azienda, la cui storia, però, inizia molto prima e in un settore decisamente di nicchia.

Per scoprire le sue origini dobbiamo tornare al lontano 1916, quando Riccardo Naj-Oleari, a Magenta, aprì l’azienda con il nome di “Manifatture Naj-Oleari”, producendo abbigliamento sacro e sacerdotale.

Gli anni 70 e la “fantasia al potere”

Il figlio Carlo iniziò ad allargare la produzione, rivolgendosi al settore degli ombrelli con colori, però, che non andavano oltre il grigio e il nero. Bisogna aspettare gli anni Settanta perché l’azienda veda una prima vera rivoluzione. Con la direzione della terza generazione della famiglia – Angelo, Riccardo e Giancarlo Naj-Oleari – si comincia a osare di più sia in termini di colori che di fantasie, realizzate dalla moglie di Angelo, Maurizia Dova, figlia del celebre pittore Gianni Dova.

La novità, però, non riscuote alcun successo tra i clienti tradizionali dell’azienda ma, lungi dall’abbandonare l’idea, la direzione decide di rilanciare aprendo un negozio a Milano nella zona di Porta Ticinese. Questo primo shop sarà l’inizio di un grande successo che culminerà tra gli anni ’80 e i primi anni ’90: cerchietti imbottiti, jeans con tasche ricoperte di stoffa colorata, felpe, borse, portafogli e ombrelli fantasia possedere almeno un capo Naj-Oleari è un must e uno status symbol!

Una crescita esponenziale

Nel 1991, Naj-Oleari arriva a quota 50 negozi soltanto in Italia ed è presente in 10 in città tra Europa e USA tra cui Parigi, San Francisco, Vienna e Copenaghen. Nel frattempo, il fatturato passa da 6 miliardi di lire a 35. Una stagione decisamente proficua ma la crisi dell’abbigliamento Made in Italy non tarda a farsi sentire anche per questo iconico brand e la crescita di Naj-Oleari subisce una seria battuta d’arresto.

Naj-Oleari e Bottega Verde

Nel 1996 i tre fratelli decidono così di vendere l’azienda al gruppo toscano Bottega Verde, proprietà della famiglia Lavino di Biella. In seguito all’acquisizione, la nuova dirigenza decide di allargare il target e la gamma di prodotti. Nasce così la linea di abbigliamento e calzature bimbo, le creme di bellezza e gli occhiali da sole, fino a una speciale sedia ergonomica.

Il make-up Naj-Oleari

Per quanto riguarda il make-up, invece, Il brand è di proprietà del gruppo EuroItalia, che opera a livello internazionale nel settore luxury beauty. All’interno del gruppo il brand Naj-Oleari mantiene la sua essenza 100% Made in Italy e le sue caratteristiche distintive, prime tra tutte l’ispirazione agli anni ’80.

I prodotti non sono testati sugli animali, sono senza parabeni e sono dermatologicamente testati.

Oggi Naj-Oleari continua a essere presente in Italia e all’estero come brand del Gruppo Bottega Verde, fattura milioni di euro, ha decine di dipendenti e vende in tutta Europa beauty e borse, scarpe, accessori con gli iconici e minuti disegni colorati artefici del suo successo.

Complimenti a chi porta la qualità, la fantasia e i colori Made in Italy nel mondo!

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