Non ci si sofferma mai abbastanza su quanto know-how Made in Italy ci sia nello spazio. E invece l’Italia fa parte del ristretto gruppo di sette nazioni al mondo in grado di mandare un oggetto in orbita. Un risultato prestigioso che testimonia la grande tradizione italiana nel settore aerospaziale, lanciato grazie all’intuizione di un generale che più di settant’ anni fa rese l’Italia tra i primi paesi al mondo, dopo Unione Sovietica e USA, a mandare un satellite nello spazio. Leader di questo settore è Avio, azienda fondata a Colleferro nei pressi di Roma oltre un secolo fa.
Dagli esplosivi ai propellenti
La storia di Avio inizia nel 1912 come Bombrini Parodi-Delfino (BPD), azienda fondata da Giovanni Bombrini e Leopoldo Parodi Delfino per la produzione di polvere da sparo ed esplosivi. Presto l’azienda iniziò a diversificare la propria attività e nel 1952 ottenne una commessa del Ministero della Difesa–Aeronautica per la realizzazione di un combustibile solido che consentì di iniziare a sviluppare missili sperimentali a livello industriale. Successivamente, sempre su incarico dall’Aeronautica Militare, realizzò il 160-70, un missile per ricerche meteorologiche che venne usato in una serie di lanci tra il ‘61 e il ‘63.
Grazie al successo dei nuovi propellenti, nel 1966 la BPD siglò un contratto con la European Launcher Development Organisation (ELDO) per lo sviluppo e la produzione del motore d’apogeo del satellite per telecomunicazioni ELDO-PAS, esperienza che portò a un rapido sviluppo dell’attività nel campo dei motori a propellente solido. Dopo diversi passaggi di proprietà l’azienda ha assunto la denominazione attuale nel 2003.
I programmi Ariane e Vega
Dagli anni ’70 del XX secolo Avio è coinvolta nel programma Ariane, patrocinato dall’ESA per realizzare lanciatori spaziali ottimizzati per orbite di trasferimento geostazionarie. In particolare, l’azienda è impegnata nello sviluppo e nella produzione di booster e motori di separazione degli stadi. È invece progettato, sviluppato e prodotto da Avio il lanciatore europeo per carichi leggeri Vega, il cui volo inaugurale risale al 2012. Vega è un razzo a quattro stadi, spinto principalmente da propulsione a propellente solido, in grado di portare più carichi (per un totale di 1.500 chilogrammi) allo stesso tempo in diverse orbite fino a 1.500 chilometri di altitudine.
Verso Vega E
Dopo ventun missioni portate a termine con successo, l’ultimo volo di Vega è programmato per l’estate 2024. A prendere il suo posto sarà Vega C, un lanciatore alto 35 metri, che può portare in orbita polare circa 2300 kg e ospitare diverse forme e dimensioni di carico, dai CubeSats di appena un chilogrammo fino a un singolo grande carico utile. Avio è prime contractor e responsabile di progettazione dei lanciatori Vega C.
La prossima evoluzione della famiglia di razzi Vega è Vega E, al momento nella fase di sviluppo. A differenza dei predecessori, Vega E ha un’architettura a tre stadi e utilizza nel terzo stadio un innovativo motore – M10 – a ridotto impatto ambientale che utilizza come propellenti ossigeno e metano liquido. Il razzo sarà in grado di rilasciare molti satelliti in orbite diverse nel corso della stessa missione, a costi più competitivi. Il lancio inaugurale di Vega E è previsto per il 2026-27.
Nuovi traguardi e nuovi impegni
Nel corso del 2024 Avio raggiungerà un altro importante traguardo. Il Consiglio Esa ha infatti deciso che diventi Launch Service Operator (Lso) e Launch Service Provider (Lsp) per Vega C. Quindi, Avio gestirà direttamente le operazioni di volo e i diritti di commercializzazione del razzo e andrà ad affiancarsi ad Arianespace, che al momento è l’unica azienda europea a poter svolgere questa funzione.
Avio quest’anno ha anche presentato AMOI – Advanced Materials Open Infrastructure – un progetto che prevede la creazione di una struttura innovativa per la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie. La struttura sarà a disposizione anche di aziende, startup, centri di ricerca e università che potranno testare nuovi materiali, non solo per il settore aerospaziale, ma anche per quello biomedicale e per l’automotive.
Il quartier generale di Avio Spa, quotata in Borsa Italiana dal 2017, è sempre rimasto a Colleferro, in provincia di Roma; a questa si sono aggiunte altre quattro sedi (due in Italia, una in Francia e una nella Guyana Francese), oltre a un centro per lo sviluppo di nuove tecnologie per il trasporto spaziale in Sardegna. Guidata dall’AD Giulio Ranzo, con Roberto Italia Presidente, fattura milioni di euro, ha centinaia di dipendenti e collabora con le più importanti Università ed Istituti scientifici in Europa e nel mondo.
Complimenti a chi porta l’Italia nello Spazio!!
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