Con questo caldo non viene forse voglia di mangiarne a chili? Parliamo dello yogurt (da yogurmak: “da addensare” in Turco), un alimento antico e prezioso, ottenuto – ma forse sarebbe meglio dire casualmente scoperto – dalla fermentazione del latte che, nel VI secolo a.C., i pastori asiatici conservavano in contenitori realizzati con stomaci di animali.
In origine, la sua consistenza era quasi solida e non uniforme. Lo yogurt cremoso e omogeneo, così come lo conosciamo noi, invece, è un’invenzione Made in Italy.
Un alimento per bambini malnutriti
Nel 1947, infatti, Lumir (Leo) Vesely, classe 1908, scienziato veneto di origine Ceca, dirigente della Latteria Comunale di Milano, viene incaricato dal Comune di fare degli esperimenti per ottenere un latte arricchito di fermenti appositamente selezionati per migliorare la dieta dei bambini dei brefotrofi, sottonutriti a causa del razionamento durante la Guerra. Vesely riesce a mettere a punto un metodo di lavorazione industriale che rompe il coagulo del latte, ottenendo un prodotto acidulo ricco di fermenti lattici “nobili” ma liscio e cremoso. Lo stesso anno fonda a Milano la Sitia-YOMO SpA: Sitia da sinteia, nutrimento in greco e YOMO della contrattura yogurt e omogeneo.
Lo yogurt arriva nelle latterie
La Sitia YOMO è la prima fabbrica a produrre yogurt omogeneo e a distribuirlo in vasetti nelle latterie. Il prodotto diventa subito un alimento popolare e di grandissimo successo: fino ad allora, infatti, i latti fermentati con microrganismi selezionati venivano venduti solo nelle farmacie. Con l’avvento di YOMO, invece, milioni di famiglie cominciano così a consumare quotidianamente yogurt, considerato fin dall’antichità un alimento salutare. Negli anni ’50 il consumo pro-capite sale a 4 chili all’anno mentre oggi è quasi raddoppiato, avendo raggiunto i 7 chili pro-capite. Sono nove su dieci le famiglie italiane che consumano yogurt, un successo in controtendenza rispetto al calo generale del consumo di latte e derivati degli ultimi anni.
Oggi YOMO fa parte del Gruppo Granarolo dal quale è stata acquisita nel 2004, produce esclusivamente con latte italiano e, entro il 2023, utilizzerà solo vasetti di carta 100% riciclata, convertendo la produzione di oltre 165 milioni di vasetti in plastica. Attualmente, la sua ricerca si concentra su prodotti ad alto contenuto proteico, senza grassi, lattosio e zuccheri aggiunti.
Complimenti a chi innova e porta lo yogurt italiano nel mondo!
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